Leggendo il libro "il grande flagello nella piana di Terranova (edizioni il mio libro)" del professor Rocco Liberti ad un certo punto mi sono ritrovato l'immagine dei resti del castello della vecchia Santa Cristina. Non credevo fosse rimasto qualcosa di così significativo ne ero davvero all'oscuro. Quindi mi sono ricordato del mio amico Fabio Cagliuso la cui madre è originaria del posto, dopo vari giorni decidiamo di effettuare la visita dei luoghi che avevano suscitato in me tanta curiosità. Il buon Fabio ha organizzato la visita in modo stupendo ha contattato suo cugino Mimmo Garibaldi che è stata una guida formidabile, poi si è aggiunto il dottor Tonino Violi studioso di storia patria anche lui fondamentale per le mie piccole ricerche.
Corso Umberto il primo impatto è meraviglioso, si vede subito che è un paese tranquillo e tenuto molto bene.
Particolare del fregio nobiliare su palazzo Mazzapica, finisce con un "mammalucco" non ne avevo visti di così, o forse vi ho sempre prestato poca attenzione.
Palazzo Mazzapica
Una piccola fontanella, chissà tutti quelli che vi hanno bevuto tanti anni fa e sono in giro per il mondo che penseranno vedendo la vecchia fontana in cui bevevano dopo magari aver giocato a pallone...
Un lavoro fatto a regola d'arte in quel di Firenze nel 1914
Panorama dalla parte alta
Lo studio di un Dottore d'altri tempi.
Un vecchio lavatoio con acqua pulitissima e fresca che neanche certi freezer moderni riescono a dispensare.
Particolare di una casa in stile liberty.
Verso la Chiesa di San Nicola...
un bimbo corre per raggiungere gli amici in piazza.
resti provenienti dall'antica Santa Cristina.
L'interno della chiesa...e si questa andava fatta in bianco e nero.
Finito il giro nel paese ci dirigiamo solo io e Fabio per vedere i resti del Castello...ma ad un certo punto mi giro verso di lui e gli dico " ndì perdimmu chista esti alta muntagna a fotu chi vitti eu era chi 'livari, tornamu arretu" ci siamo persi questa è alta montagna la foto che ho visto io era con alberi d'ulivo, torniamo indietro.
Cambiamo strada ed infatti dopo un po vediamo i primi resti ma sentiamo abbaiare un cane che in pochi minuti è davanti a noi e ci punta...noi restiamo immobili fino a quando il padrone non viene a recuperarlo...piccole disavventure.
Finalmente eccolo...la foto è zoomata bisogna fare una bella arrampicata davvero faticosa ma ne varrà davvero la pena.
Ci siamo finalmente, con la lingua di fuori ma ci siamo. E' in buono stato non credevo di trovarlo così, ma forse il luogo impervio lo ha salvato dall'uomo di oggi.
E qua ci sta davvero una foto ricordo...
anche Fabio la merita davvero.
Un ultimo scatto alla torre.
La via del ritorno...
Il paese visto dalla via provinciale verso Gioia Tauro