La nonna a 16 anni.
Ma facciamo un passo indietro quando ancora viveva il nonno con la sua 500 gialla andavamo tutti e tre per accompagnare la nonna a comprare le merci che poi avrebbe venduto nel piccolo negozio di generi alimentari che ha gestito per più di quaranta anni sulla via Sarino Pugliese. Era un giro nella gioia che fu che io ricordo bene anche se erano gli ultimi anni di un certo tipo di commercio. Il giro iniziava dalla centrale elettrica verso Taurianova dove un tizio vendeva frutta, mia non nonna contrattava il prezzo animatamente quando finiva ci chiamava (Nino 'Ntonuzzu calati) per scendere a caricare il tutto in auto. Poi si scendeva verso via commercio al negozio della signora Torre una donna meravigliosa bella altissima, quei negozi erano saturi dell'odore dei sacchi di iuta del baccalà stocco e altre spezie un mondo ormai scomparso. Ma non era mica finito direzione via Duchessa Serra di Cardinale tappa al negozio del signor Nostro che aveva l'ingrosso sulla detta via e sulla Via Roma il primo mini market credo della piana, i due negozi comunicavano. Alla fine del giro io ero finito in un angolino in piedi e se il tempo era buono mio nonno apriva il tettuccio e mi godevo il panorama con la testa di fuori.
Le mie giornate passavano nel piccolo quartiere dell'immacolata dove dividevo il mio tempo con molti amici Vincenzo, Alessandro, Fabio, Enzo, Massimo, Barbara le mie sorelle e tanti altri che adesso non ricordo. I nostri giochi erano quelli che avevano fatto anche i nostri genitori nascondino, campana, batti muro e quello delle figurine ( 'U Ppà in dialetto). Mia nonna anche se non sembrava era sempre presente quando meno me lo aspettavo compariva per controllare che non combinassi guai...allora arrivava e gridava 'Ntonuzzu nommu vai Ntò stratuni ( 'U stratutini era la via Sarino Pugliese che a dire il vero negli anni ottanta non era ancora trafficata come oggi). Aiutavo la nonna anche in bottega mettevo a posto i pacchi di pasta e tutte le altre cose ...ero arrivato anche ad affettare i salumi. La cosa che mi piaceva fare di più era la consegna delle bombole di gas che mia nonna vendeva anche. Dopo aver messo la bombola a terra mia nonna mi diceva ( mina na puntanta ntò menzu) dai un calcio al centro e via verso la casa dell'acquirente. Fosse stato oggi ci avrebbero denunciati e io sarei finito al carcere minorile di Catanzaro. Un altra cosa che facevamo erano dei bei pellegrinaggi in treno in auto con pulmini scassati. Un anno a Pompei la costrinsi dopo la messa a girare tutti gli scavi perchè li avevo studiati a scuola. Ma alla Madonna della Montagna di Polsi era ancora più bello partenza all'alba con i pulmini organizzati dal signor Mazza appena saliti a mia nonna veniva consegnato un tamburello che suonava dall'arrivo durante e al ritorno una continua tarantella. Naturalmente dopo la messa si andava con la numerosa compagnia a mangiare la capra ( 'A Crapa) della quale lasciavamo solo le ossa. Forse qualche fatto l'ho dimenticato ma se oggi sono l'uomo che sono lo devo anche a lei che mi ha insegnato a stare in questo mondo ed ad affrontare la vita Grazie nonna
Un bellissimo ricordo, della Gioia che fu
RispondiEliminatempi che non ritorneranno mai più, grazie
RispondiElimina"nda rafelina" e dicevi tutto!
RispondiEliminaBravo come sempre Antonio a sottolineare la Gioia che fu e qui parliamo di quella per bene alla grande
Grazie
Elimina