Questa è la lapide posta in una bella via di Polistena. Nel libro in mio possesso "Diari di Viaggio in Calabria e nel regno di Napoli-Edward Lear editori riuniti traduzione di Giuseppe Isnardi" a pagina 126 si legge (riporto testualmente) " Gioia, forse avrebbero dovuta chiamarla Noia! infatti, tutta la parte bassa di questa enorme pianura è famosa per la sua malaria micidiale. Benchè la scala o porto di Gioia, sia il centro commerciale per tutti i prodotti (olio e olive) di questo vasto e fertile territorio, è inabitabile dopo la prima settimana di maggio." più avanti scrive " Dopo averla attraversata ci trovammo, ben presto, entro i confini della pestifera Gioia. Era null'altro che un villaggio, composto di alcuni magazzini e di una grandissima osteria in prossimità della spiaggia."
Non scrive certo belle parole ma è la nostra storia nel bene e nel male, lancio un appello dal mio blog a tutte le associazioni gioiesi riusciamo a riparare a questa mancanza?
Il luogo dove dovrebbe essere messa la tabella secondo me è la parte di finale di via veneto visto che Lear è stato in questa grande locanda che credo si trovasse in queste zone.
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